domenica 20 maggio 2007

I nomi nel sangue

Il nome Satna le piaceva; si adattava bene ai suoi capelli neri e alla pelle liscia e dorata che aveva scoperto di avere nel primo giorno di quel nuovo regno.
Il luogo in cui era stato stabilito che vivesse insieme agli altri le dava l'idea di essere stato creato per nutrire e proteggere un numero potenzialmente infinito di persone: ogni palmo di terra era ricoperto di erba soffice, e una distesa di aceri ombreggiava gran parte dello spazio tra le due catene di colline che si scorgevano in lontananza. A nord si intravedevano delle alte montagne ancora imbiancate, e da quella direzione scendeva un fiume placido che solcava in due la loro valle, rendendola fertile e rigogliosa.
Satna si disse che sarebbe stato terribile vivere senza il ricordo di ciò che era stata, ma poi si rese conto che non avrebbe potuto avere nostalgia di qualcosa che non conosceva, ed ebbe la sensazione che il Fato di cui aveva parlato Tarana avesse fatto la cosa giusta quando aveva portato lì tutte quelle persone. Non sapeva chi fosse stata, non sapeva come avesse vissuto fino al giorno precedente, eppure l'ipotesi di iniziare una vita semplice in quella valle con la guida del Fato e dei suoi Portavoce iniziava a sembrarle quasi allettante, oltre ad essere- tra l'altro- l'unica ipotesi praticabile. Immersa in questi pensieri, proseguì lungo il fiume alla scoperta di quel luogo in cui gli alberi mormoravano al vento, colorando l'orizzonte di tutti i toni dal verde chiaro al rosso profondo.
In quello stesso momento, sulla cima dell'altura su cui aveva pronunciato poche ore le prime parole nella Valle degli Aceri, Tarana pose la mano sulla fronte di un uomo alto, con lunghi capelli castani e occhi color muschio. "Il tuo nome è Inverell; benvenuto nel Regno del Fato."
Lui le restituì uno sguardo stupito: "Come fate a trovare un nome per ogni persona?"
"I nomi sono già scritti nel sangue di ognuno di noi, e ai Portavoce è stato insegnato a leggere quella scrittura." disse Tarana: "Cos'altro vuoi sapere?"
"Allora sapete leggere anche i pensieri, non solo il sangue, vero?" ribatté sorridendo Inverell. "Tu hai detto che noi siamo dei sopravvissuti, quindi prima eravamo di più."
"Sì. Eravate molti, moltissimi."
"Allora dove sono gli altri, quelli che non sono stati portati qui nella valle, o in qualche altro posto di questo nuovo mondo?"
Tarana rifletté per qualche attimo, non sapendo se fosse il caso di spiegargli come stavano le cose, poi chinò il capo con un sospiro. "Se anche io rispondessi a questa tua domanda, tu non potersti capire la mia risposta quest'oggi, né domani, né il giorno dopo ancora. Per il momento ti basti sapere che sono stati portati in un altro regno, un posto in cui il tempo scorre, ma è come se non scorresse. E' ciò che noi Portavoce chiamamo il Promontorio, creato molto tempo fa dalla sorella del Fato, che governa quel luogo che lei stessa ama chiamare il Regno della Pace."
Inverell parve confuso nel sentire le sue parole, ma ringraziò di cuore Tarana e si diresse verso un gruppo di persone che, ai piedi della collina, stavano iniziando ad esplorare la loro nuova casa.
"Ora che ho un nome" disse tra sé e sé "sarà il caso di iniziare a conoscere quello degli altri".

Nessun commento: